Trattamento RAEE

Magni Impianti da sempre mostra una vocazione alla protezione e alla conservazione dell’ambiente, nel suo piccolo, sviluppando e ricercando nuove tecnologie si pone come obiettivo la riduzione dei consumi e l’ottimizzazione delle risorse investendo in mezzi nuovi, a basse emissioni e proponendo materiali e apparecchiature più resistenti e performanti. Da sempre aperti all’innovazione, in risposta alla crescente esigenza di chiudere il cerchio dell’economia circolare, è nata l’idea dell’impianto di trattamento RAEE andando ad aggiungere un tassello importante che è il recupero delle materie prime e seconde contenute all’interno degli apparecchi smantellati.

I RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) sono i rifiuti elettronici originati dai nuclei domestici. Nel nostro impianto trattiamo quelli del gruppo R2 (Altri grandi bianchi: Caldaie, lavatrici, lavastoviglie, forni, piani cottura ecc.) e del gruppo R4 (IT e consumer electronics: piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi digitali, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici ecc.)

Riduzione emissioni

Risparmio energetico

Recupero materie prime

Combattere traffico illegale materiali

COME FUNZIONA

1.
Prima fase di triturazione

I rifiuti in lavorazione vengono posti su di un nastro trasportatore, passano all’interno di un APRITORE che li apre e li divide in parti più accessibili agli operatori che ne effettuano una cernita. Una prima cernita dei materiali ottenuti viene effettuata appunto manualmente: vengono separate le schede ed i motori (che vengono lavorati presso stabilimenti esterni), i cavi (che vengono lavorati internamente) e gli altri componenti che passano alle fasi successive.

2.

SECONDA FASE DI TRITURAZIONE

Quanto non selezionato manualmente passa ad una prima fase di riduzione volumetrica tramite un trituratore della tipologia mulino a martelli. In questa fase troviamo quindi le carcasse delle apparecchiature rimanenti e i componenti multimateriale che necessitano di una riduzione di dimensione per la successiva selezione

3.

SELEZIONE MAGNETICA

Grazie ad un magnete contenuto all’interno del tamburo, il materiale ferroso viene separato dagli altri materiali. Ruotando il tamburo magnetico attrae a sé tutto il ferro in uscita dal mulino garantendone la corretta selezione e lo deposita sul nastro di scarico dove viene accumulato prima di essere inviato direttamente alle fonderie.

4.

SELEZIONE METALLI NON FERROSI

Mediante una macchina denominata separatore a correnti parassite vengono selezionati i metalli non ferrosi dividendoli da tutto il resto. Alla fine di questa fase il materiale viene diviso in: materiale inerte, nel quale è ancora possibile trovare delle schede ed altri materiali quali alluminio, rame, ottone; e misto metalli non ferrosi: il ferro infatti è stato selezionato e separato nella fase precedente. All’interno di queste due frazioni possono appunto essere contenute ancora delle schede che se possibile vengono separate manualmente.

5.

PRIMA TRITURAZIONE MATERIALE INERTE

Il materiale in uscita dalla prima linea, invece di essere scartato, viene ulteriormente sottoposto a raffinazione tramite un’altra linea. All’interno della linea di raffinazione attraverso un mulino a martelli il materiale inerte viene ulteriormente ridotto per rendere disponibili tutti i materiali alle successive fasi di lavorazione.

6.

SELEZIONE DEI MATERIALI PESANTI

Il materiale triturato, arriva fino al “separatore Zig Zag” su nastro trasportatore: qui il metallo pesante (alluminio, ottone, rame) viene raccolto ed in seguito viene destinato ad un impianto esterno che procederà alla suddivisione dei metalli da mandare in fonderia.

7.

SECONDA TRITURAZIONE MATERIALE INERTE

Il materiale più leggero aspirato prosegue e viene tritato finemente tramite due macchine della tipologia mulino a martelli a giri molto più alti in modo da raggiungere un diametro dei granuli di materiale variabile tra 0 e 10 mm.

8.

SEPARAZIONE PLASTICA DAI METALLI

Tramite spinta pneumatica i granuli vengono spinti su una tavola densimetrica che, tramite la giusta combinazione di aria e vibrazione divide per densità i materiali più leggeri (plastica, residui di legno, vetro e altre impurità) dai metalli.

9.

SEPARAZIONE RAME/ALLUMINIO

Al termine del procedimento, abbiamo ancora metalli misti (alluminio, ottone e rame) con una dimensione dei granuli molto fine. Se il materiale lo consente viene nuovamente inserito nella tavola densimetrica per una ulteriore divisone in modo da ottenere una purezza tale da considerare il materiale una materia adatta alla fonderia.